La perdita di sangue intraoperatoria nell’intervento di protesi del ginocchio è un problema che molti chirurghi cercano di limitare mediante applicazione sulla coscia di un laccio emostatico. Questa pratica nel diminuire il flusso di sangue riduce l’emorragia intraoperatoria e quindi migliora la visibilità nel campo operatorio ma, come risulta da numerose recenti ricerche, questi suoi vantaggi sono pagati con un non accettabile aumento di complicanze.
A queste conclusione sono giunti gli autori di una metanalisi pubblicata sulla prestigiosa Cochrane Systemic Reviews. I ricercatori, chirurghi ortopedici dell’Università di Warwick, U.K., hanno analizzato articoli (prodotti in Europa, Stati Uniti, Asia e Australia) scelti fra i migliori e più affidabili della letteratura medica e ne hanno confrontato e riassunto i risultati, che hanno poi valutato tenendo conto delle tecniche applicate e delle dimensioni (un minimo 20 e massimo 166 soggetti) degli studi analizzati.
La metanalisi è stata condotta su circa 40 articoli riguardanti un totale di circa 2800 pazienti di circa 50-80 anni d’età, operati di impianto di protesi del ginocchio. I pazienti erano stati distribuiti in modo casuale in due gruppi, l’uno con applicazione, l’altro senza applicazione di laccio emostatico, e di essi ne era stato seguito il decorso postoperatorio, prendendo in particolare considerazione dolore, funzionalità, qualità della vita eventi collaterali ed eventuali complicazioni.
I risultati di questa metanalisi sono risultati notevolmente interessanti.
Il dolore nel primo giorno dopo l’intervento è risultato più intenso nei soggetti operati con laccio. Infatti, la sua valutazione soggettiva è risultata essere, su una scala da 0 a10, pari a 5,81 con il laccio e 4,56 senza laccio.
Per quanto riguarda la funzionalità la soddisfazione del paziente e la valutazione della sua qualità della vita, le differenze fra i due gruppi non sono state significativamente diverse.
Significativamente diverse, invece, sono stati gli eventi collaterali. Secondo gli autori della metanalisi, eventi avversi gravi come trombosi nei vasi della gamba o embolie polmonari, infezioni, necessità di un secondo intervento, sostituzione della protesi, nei soggetti operati con laccio emostatico sono stati circa il doppio di quelli avvenuti nei soggetti operati senza laccio.
Gli autori di questa metanalisi hanno quindi concluso che è consigliabile procedere alla sostituzione protesica del ginoccchio senza applicazione del laccio emostatico per ridurre sì il dolore post-operatorio ma principalmente per ridurre l’incidenza di eventi avversi, sempre possibili in questa chirurgia
A queste conclusioni, sull’onda dei sempre più numerosi e convincenti studi scientifici sul tema, era giunto sanche Sergio Romagnoli, direttore del Centro di chirurgia protesica dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, il quale ha affermato che, pur essendo utilizzato dalla maggior parte dei chirurghi, italiani e non solo, «il laccio emostatico non è indispensabile nella chirurgia protesica di ginocchio» (Tabloid di Ortopedia e OrthoAcademy.it).